Le Olimpiadi di Londra del 2012 stanno per passare alla storia e non solo per l'organizzazione spettacolare, ma perchè l'Arabia Saudita ha annunciato che intende far gareggiare, per la prima volta, le proprie atlete donne.
I funzionari hanno detto che il Comitato Olimpico del Paese «supervisionerà la partecipazione di atlete che possono qualificarsi».
L'ARABIA RISCHIAVA LA SQUALIFICA.
I funzionari hanno detto che il Comitato Olimpico del Paese «supervisionerà la partecipazione di atlete che possono qualificarsi».
L'ARABIA RISCHIAVA LA SQUALIFICA.
La decisione è arrivata dopo che la squadra saudita ha rischiato di essere squalificata per motivi di discriminazione di genere.
La partecipazione pubblica delle donne nello sport è ancora ferocemente contrastata da molti conservatori religiosi sauditi.
Per il momento, l'unico concorrente femminile ufficializzato dal Paese per le Olimpiadi è la cavallerizza Dalma Rushdi Malhas.
I funzionari sauditi hanno però sottolineato che c'è spazio anche per altre atlete alla competizione e che, in ogni caso, tutte «sarebbero vestite per preservare la loro dignità».
Probabilmente si intende abiti modesti, adatti allo sport, senza dimenticare una «sports hijab», una sciarpa che copre i capelli ma non il viso.
CONTRO LA LINEA DEI CONSERVATORI.
La partecipazione pubblica delle donne nello sport è ancora ferocemente contrastata da molti conservatori religiosi sauditi.
Per il momento, l'unico concorrente femminile ufficializzato dal Paese per le Olimpiadi è la cavallerizza Dalma Rushdi Malhas.
I funzionari sauditi hanno però sottolineato che c'è spazio anche per altre atlete alla competizione e che, in ogni caso, tutte «sarebbero vestite per preservare la loro dignità».
Probabilmente si intende abiti modesti, adatti allo sport, senza dimenticare una «sports hijab», una sciarpa che copre i capelli ma non il viso.
CONTRO LA LINEA DEI CONSERVATORI.
Nel mese di aprile, i governanti dell'l'Arabia Saudita avevano sposato la linea dei conservatori religiosi, mantenendo il divieto di consentire alle donne di partecipare.
Ma nel mese di giugno ci sono stati intensi dibattiti guidati dal re saudita Abdullah, che ha sempre spinto perchè le donne svolgessero un ruolo più attivo nella società saudita.
Durante incontri segreti svolti a Gedda, i funzionari hanno raggiunto a metà giugno un accordo per ribaltare il divieto tra il re, il principe ereditario, il ministro degli Esteri e il principale prelato religioso, il Gran Mufti.
RE ABDULLAH PROMOTORE DELL'INIZIATIVA.
Ma nel mese di giugno ci sono stati intensi dibattiti guidati dal re saudita Abdullah, che ha sempre spinto perchè le donne svolgessero un ruolo più attivo nella società saudita.
Durante incontri segreti svolti a Gedda, i funzionari hanno raggiunto a metà giugno un accordo per ribaltare il divieto tra il re, il principe ereditario, il ministro degli Esteri e il principale prelato religioso, il Gran Mufti.
RE ABDULLAH PROMOTORE DELL'INIZIATIVA.
L'annuncio dell'iniziativa storica saudita doveva essere rilasciato alla stampa anche prima, ma è stato ritardato dalla morte improvvisa del principe ereditario Nayef.
«Re Abdullah è molto sensibile e sta cercando di avviare la riforma in modo sottile, trovando il giusto equilibrio tra l'eccessiva velocità e la troppa lentezza», ha detto un alto funzionario saudita alla Bbc.
E ha aggiunto a supporto delle sue dichiarazioni: «Per esempio, ha permesso la partecipazione delle donne al Consiglio della Shura (un organo consultivo), quindi la decisione olimpica è parte di un processo in corso, non è isolato».
Infine il funzionario ha ammesso che alla base del cambiamento di rotta dell'Arabia sul caso hanno influito le critiche a livello internazionale: «In parte a causa delle critiche ci siamo svegliati e resi conto che dovevamo affrontare questo argomento. Crediamo che la società saudita lo accetterà».
«Re Abdullah è molto sensibile e sta cercando di avviare la riforma in modo sottile, trovando il giusto equilibrio tra l'eccessiva velocità e la troppa lentezza», ha detto un alto funzionario saudita alla Bbc.
E ha aggiunto a supporto delle sue dichiarazioni: «Per esempio, ha permesso la partecipazione delle donne al Consiglio della Shura (un organo consultivo), quindi la decisione olimpica è parte di un processo in corso, non è isolato».
Infine il funzionario ha ammesso che alla base del cambiamento di rotta dell'Arabia sul caso hanno influito le critiche a livello internazionale: «In parte a causa delle critiche ci siamo svegliati e resi conto che dovevamo affrontare questo argomento. Crediamo che la società saudita lo accetterà».
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