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lunedì 4 maggio 2015

#Italicum e #PD

Grazie al PD l'Italia dopo 10 anni ha una nuova legge elettorale. Questa è la prima cosa da dire. Si può condividerla oppure no, ma il PD ha rispettato l'impegno. Non è stato elegante inserire la fiducia sull' #Italicum, non si è rispettata la prassi e la consuetudine parlamentare, non si è tenuto conto della sensibilità del Quirinale, tuttavia è opportuno anche analizzare le ragioni di questa scelta: la necessità di una nuova legge elettorale che, almeno in teoria, dovrebbe garantire maggiore stabilità; l'impossibilità di far passare nuovamente la legge al Senato dopo il lavoro delle commissione e della Camera, ricreando il pantano; una parte dell'opposizione interna al PD è stata strumentale,  il principale partito d'opposizione ha condiviso prima la medesima legge al Senato per poi non votarla alla Camera.
Oltre al risultato politico vincente della maggioranza di Governo, incontrovertibile, altri risultati sono chiari, l'opposizione del PD ha perso ed è divisa, non ha saputo valorizzare le proprie motivazioni, ha affrontato le questioni con lo stesso metodo utilizzato per 20 anni di opposizione a #Berlusconi, perdente.  
I 5 Stelle non hanno saputo incidere e Forza Italia, dopo aver lavorato per 6 mesi all'accordo e averlo raggiunto, ha lasciato il campo della vittoria a #Renzi, solo per una rivalsa all'onta #Mattarella.  
I cosiddetti professori costituzionalisti hanno pensato più a dimostrare quanto fossero bravi e dotti invece di fare proposte chiare di miglioramento al testo varato nelle commissioni. I giornalisti contrari hanno agitato il pericolo antidemocratico senza spiegare le technicalities della legge. L'accusa di non essere un politico lungimirante per aver messo la fiducia su una legge elettorale non ha retto, anche perché in passato un certo Alcide De Gasperi e un certo Aldo Moro hanno fatto la stessa cosa. 
Con motivazioni così povere e senza spessore, la maggioranza ha vinto con meno problemi di quanto ci si aspettasse, superando la maggioranza assoluta alla Camera.
Il primo test di gradimento da parte dell'opinione pubblica di quest'azione politica lo verificheremo con le elezioni di fine maggio.
L'opposizione di centro-destra ha necessità di riorganizzarsi, perché non ha leader, obiettivi e strategie.
L'opposizione del #PD ha invece la necessità di cambiare leader, obiettivi e strategie, concentrandosi più sul tema della riorganizzazione del partito, dove la spinta innovativa e di rinnovamento è ancora molto debole e, se si guarda al dinamismo del governo, si potrebbe definire assente; le dinamiche conflittuali locali sono lasciate alla vittoria dei più prepotenti, i più vecchi - all'infuori della Bindi e di qualche altro -  si preoccupano di come continuare a sopravvivere con la politica. Da quando è nato il PD nel 2007 mi sono sentito dire che alla fine delle contrapposizione e delle discussioni si vota e la minoranza si deve adeguare alla maggioranza, .....e me lo ha detto tutti quelli che oggi non lo hanno fatto. 

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