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giovedì 25 ottobre 2012

Islanda: la nuova Costituzione elaborata assieme ai cittadini attraverso il web

L'Islanda sarà il primo Paese al mondo a dotarsi di una Costituzione nata in modo collaborativo, plasmata attraverso una consultazione che ha coinvolto i 300mila abitanti dell'isola mediante i social media. Non è quindi una sorpresa che la bozza della Carta fondamentale del Paese, discussa ed elaborata via Facebook e Twitter, sia stata approvata domenica con una maggioranza dei due terzi dei votanti. Adesso manca solo il sigillo finale del Parlamento di Reykjavik. Nel 2010 è stato eletto un Consiglio costituzionale formato da 25 cittadini che hanno messo a punto i principi fondamentali. Sulla bozza, presentata al Parlamento a luglio 2011, è stata aperta una consultazione durata più di un anno attraverso i social media per raccogliere le opinioni dirette degli islandesi sul testo. Domenica scorsa ai cittadini sono state sottoposte con un referendum sei domande, la prima delle quali era proprio relativa all'uso della bozza come base da utilizzare da parte del Parlamento per la definizione della nuova Costituzione. Internet è quindi stata utilizzato in chiave di democrazia partecipativa. Anche se il referendum e la consultazione non sono vincolanti, appare molto difficile che l'assemblea legislativa possa modificare in maniera sostanziale il testo e i principi messi a punto in maniera collaborativa.
Già in Finlandia è utilizzato un sistema collaborativo simile per mettere a punto leggi in crowdsourcing, permettendo ai cittadini di fare in maniera semplice proposte di iniziativa parlamentare o commenti sulle leggi in discussione.
Per l'Islanda la Costituzione 2.0 non è l'unica ricaduta "tecnologica" della crisi. Reykjavik si candida infatti a essere anche un "paradiso democratco" a disposizione di tutti i popoli che non godono della libertà di espressione. L'International Modern Media Institute islandese si candida infatti a essere una Wikileaks del libero pensiero per le opinioni degli oppressi dalle dittature di tutto il mondo: i loro siti saranno ospitati nei data center dell'isola, numerosi ma in parte inattivi.
 

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