IL PD si sta preparando alle elezioni
del 2013 e a governare l’Italia, in tempi di crisi, nell’era della
globalizzazione del web 2.0. I democratici vogliono traghettare definitivamente
L’Italia nella modernità, nel futuro, costruendo le basi per la stabilità e per
il benessere delle generazioni future.
Questi obiettivi, cosi sfidanti,
enormi, sono coerenti con le dinamiche che contraddistinguono la vita interna
del partito?
Sono in linea con una classe
dirigente che appare resistente al rinnovamento interno e sembra solo
preoccupata di mantenere il proprio “posto” e i propri privilegi?
Esiste sottotraccia una battaglia
tra giovani e vecchi, tra desiderio di rinnovamento e lesa maestà per la
mancanza di rispetto di chi ci ha portato fino a questo punto?
Le mie sono solo domande….
Esiste un correntismo esasperato,
all’interno del quale, alla fine dei conti, TUTTI si identificano?
Esiste una cultura degli accordi
attraverso la quale ognuno cerca di garantirsi i propri obiettivi personali che
solo in seguito cerca di legare a logiche di partito?
Esiste un vero dialogo, una
collaborazione tra i big e baroni da una parte e la base e i quadri intermedi
dall’altra?
Il lavoro relativo alla legge
elettorale si basa su criteri di stabilità e di governabilità parlamentare
oppure prima sono analizzati i criteri che permettono ai professionisti della
politica di poter essere rieletti tranquillamente e senza “cercarsi i voti”?
Per centrare gli obiettivi della
governabilità e della costruzione di un paese che garantisca di alto livello
generazioni future, il partito democratico dovrà rispondere a queste domande e
sciogliere definitivamente questi dubbi e contraddizioni, solo in questo modo potrà
guidare il cambiamento e riacquistare credibilità. Solo risolvendo questi nodi potrà
essere – come dice Bersani – l’unica speranza per l’Italia.
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